Storia

Il Supremo Consiglio Nazionale d’Italia del 33° ed ultimo grado della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana degli Antichi Liberi Accettati Massoni, Discendenza  di Piazza del Gesù, Grande Oriente di Napoli, guidata dal Gran Maestro Marinella Caggiano, trae la propria origine dalla “Serenissima Gran Loggia d’Italia”, Obbedienza massonica fondata da Saverio Fera il 21 marzo del 1910 a seguito di una scissione avvenuta nel Rito Scozzese Antico e Accettato del Grande Oriente d’Italia nel 1908.

La nuova Obbedienza fondata da Fera, scaturita da una scissione nel Rito, non ebbe per due anni un Ordine, finché il 21 marzo del 1910 Fera procedette alla fondazione della “Serenissima Gran Loggia d’Italia” assumendone la Gran Maestranza […]

Passata la parentesi fascista (il governo fascista, nel maggio 1925, con la legge sulle associazioni segrete, aveva dichiarato fuori legge la Massoneria), la Gran Loggia d’Italia rinasce il 4 dicembre 1943 in casa di Federico Farina in via Priscilla 56 a Roma, dove 12 Fratelli ricostituiscono il Supremo Consiglio del Rito Scozzese Antico e Accettato. Sovrano Gran Commendatore viene nominato Carlo De Cantellis, già membro del Supremo Consiglio di Piazza del Gesù prima dello scioglimento del 1925, e Luogotenente Federico Farina. Gran Segretario è Gustavo Scervini e Gran Maestro Placido Martini, il quale, confinato a Ponza, era stato fra i fondatori, con Domizio Torrigiani, della loggia “Pisacane”, da molti definita la Loggia Madre delle logge italiane.

Placido Martini venne trucidato dai nazisti alle Fosse Ardeatine. Il 21 giugno del 1944 De Cantellis cede il Supremo Maglietto a Raoul Vittorio Palermi, Sovrano Gran Commendatore e Gran Maestro prima della messa in sonno dell’Obbedienza di Piazza del Gesù a seguito delle leggi speciali del Fascismo.
[…] La Tradizione ferana troverà un provvisorio approdo di solidità con la Gran Maestranza di Giovanni Ghinazzi ed è sotto la sua guida che si consuma la scissione del gruppo napoletano che ha dato vita, il 28 giugno 1986, ad una Comunione autonoma, radice della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana degli A.L.A.M. – Tradizione di Piazza del Gesù, fino al Maggio del 2022, anno in cui dal Supremo Consiglio del Rito Scozzese  nascono le Logge dell’Ordine, costituendo, sotto la nuova denominazione, una unica piramide iniziatica, guidata dal Sovrano Gran Commendatore Gran Maestro Marinella Caggiano che opera legittimamente nel solco della Tradizione, garantendo continuità istituzionale e tradizionale.

 

Sulla via tracciata da Tommaso Palumbo, l’Obbedienza del Supremo Consiglio del 33° ed ultimo grado della Serenissima Gran Loggia Nazionale Italiana, Discendenza  di Piazza del Gesù, Grande Oriente di Napoli si è ricollegata alle radici autentiche, ossia a quell’atto con il quale Saverio Fera, appartenente alla cosiddetta corrente degli “spirituali” e contrario alla politicizzazione della Massoneria italiana, diede luogo ad una Tradizione che si è connotata nel tempo per la ricerca dell’edificazione dell’uomo, nella sua autentica dimensione di essere spirituale e materiale, nel solco di una Tradizione antica, che affonda le sue radici nella sapienzialità che ci è stata tramandata, in varie forme, sin dalla più remota antichità.

celebri massoni napoletani

Raimondo di Sangro

Principe di San Severo (1710-1771)

Scienziato, inventore, alchimista, fu una delle menti più illuminate del Regno di Napoli del ‘700. Eletto Gran Maestro della Massoneria napoletana nel 1750, dovette rinunciare dopo poco all’attività latomistica a causa dei divieti imposti dal Re Carlo III e dal Papa Benedetto XIV.

Ha lasciato ai posteri, e in particolare ai cultori dell’esoterismo, importanti scritti ermetici e meravigliose opere che volle installare nella Cappella di Famiglia. Celeberrima tra queste la scultura del Sammartino raffigurante un “Cristo velato” che, per l’incredibile perfezione delle forme, ha alimentato numerose leggende e suscita tutt’oggi vero stupore.

In una famosa allocuzione in Loggia ad alcuni apprendisti del 1754, Raimondo affermava tra l’altro: “Tutto ciò che facciamo è relativo alla virtù, e il suo tempio che noi costruiamo, e i semplici e grossolani strumenti di cui facciamo uso non sono che i simboli dell’architettura spirituale di cui ci occupiamo. Voi vedrete, fratelli, avanzando nei gradi dell’Ordine, cosa che il vostro zelo meriterà senza dubbio, fino a che punto l’allegoria ne sia sottilmente sostenuta: io posso, per adesso, rivelarvi solo quei segreti ai quali lo stato di apprendista vi permette di essere iniziati“.

Antonio de Curtis

in arte Totò (1898-1967)

Attore comico napoletano. Di famiglia nobile, mise da parte il suo titolo di Principe per divenire il più grande “Principe” della risata interpretando oltre cento film che lo hanno reso uno dei più amati attori italiani.

Dopo la sua morte si riconobbe che le sue straordinarie qualità artistiche non furono messe adeguatamente in luce dai registi e produttori, con le sole grandi eccezioni di registi quali Rossellini (la Paura), De Sica (L’oro di Napoli), Monicelli (Guardie e ladri), Bolognini (Arragiatevi!) e Pasolini (Uccellacci e uccellini).

Di se stesso disse: “Noi attori siamo solo venditori di chiacchiere. Un falegname vale certo più di noi: almeno il tavolino che fabbrica resta nel tempo dopo di lui”. Iniziato Libero Muratore nella Serenissima Gran Loggia d’Italia, raggiunse il 30° Grado del Rito Sozzese e fu Maestro Venerabile. Di esplicita ispirazione massonica la celeberrima poesia ” A’ Livella”: ” A morte ‘o ssaje ched’è … è una livella..”, componimento coerentemente iniziatico, legato alla simbologia della terra ed al senso delle uguaglianze di fronte al Principio Supremo.