A∴G∴D∴G∴A∴D∴U∴
Libertà – Uguaglianza – Fratellanza
Tavola Architettonica incisa dalla Sr∴ Lucia Rocco
I numeri sono il linguaggio universale
offerto dalle divinità agli umani
come riconferma della verità
Sant’Agostino
Rispettabilissimo M∴ V∴
Carissime Sorelle e Carissimi Fratelli, di ogni grado e dignità,
Il Delta Sacro campeggia all’Oriente del Tempio e illumina ed ispira, tramite l’energia del Maestro Venerabile, i lavori della Loggia. Il Delta è Significato e Significante, è mèta e percorso del cammino iniziatico, è Soggetto ed Oggetto del processo conoscitivo, è simbolo Attivo e Passivo, è Strumento e Prodotto.
Per tentare di comprendere questo simbolo mi sono focalizzata sulla sua “forma” e, come in un processo semplificativo del pittore P. Mondrian, ne ho riconosciuto una superficie triangolare con al centro un punto. Superficie e punto mi hanno poi riportato alla mente quanto Filone di Alessandria, nel De Mundi Opificio, riprendendo la tradizione pitagorica, diceva in merito al processo di conoscenza delle cose e ai limiti ai quali esse sono sottoposte: il punto, la linea, la superficie e il solido. Pur cosciente del fatto che mi stessi allontanando dal “tema”, ho meditato su questi limiti definiti da Filone e per questo, quale base di questo lavoro, vorrei sottoporvi sinteticamente alcune mie considerazioni in merito:
- Il Punto è l’Uno, a-spaziale ed a-temporale. Per questo motivo è inconoscibile in sé. Non è osservabile e non è sperimentabile, in quanto totalmente privato di punti di riferimento, essendo riferimento di se stesso. È perciò definibile come pura Sostanza.
- La Linea è il Due, il segmento che unisce due punti e che è possibile osservare ma non comprendere. È Forma, e perciò è possibile osservarla e riconoscerla, ma non è possibile sperimentarla (per conoscerla) in quanto priva anch’essa di riferimenti esterni, spaziali e temporali. L’alterità duale, in quanto pura forma, non specifica alcuna cosa, ne pone semplicemente un limite.
- La Superficie è il Tre, ossia la declinazione spazio-temporale del punto prima e della linea poi. Tramite la superficie è possibile definire la posizione di un punto rispetto a un altro, la quantità di spazio intercorso tra i due (linea) e la quantità di tempo necessario per percorrere la distanza tra i due punti, o tra una linea e un punto ad essa esterno. Gli studiosi applicano, ad esempio, il metodo della triangolazione per calcolare la distanza posta tra l’osservatore e l’oggetto osservato, ma ciò non fornisce altra informazione rispetto all’oggetto. Nel processo conoscitivo, la triplicità definisce le caratteristiche dell’oggetto osservato, ma per il ricercatore e l’osservatore, che è posto al suo esterno e che vuole conoscerne l’Essenza, non è ancora abbastanza, in quanto le caratteristiche dell’oggetto (siano esse formali o spazio-temporali) non corrispondono necessariamente alla sua Sostanza.
- Il Solido è il Quattro, la rappresentazione, vista da una prospettiva esterna e completa, dell’ oggetto osservato. Si può dunque dire che il Solido è la forma ottenuta dal processo conoscitivo che, scandagliando la Superficie, riconosce la Linea e, infine, il Punto. Il Quattro (Solido) è il momento della Conoscenza, quel momento in cui l’osservatore prende piena coscienza dell’esistenza dell’oggetto osservato, ponendolo in uno spazio-tempo all’interno del quale l’oggetto può muoversi, esprimendo la sua Sostanza. Quando il processo di conoscenza arriva al suo ultimo stadio, il processo stesso diviene Conoscenza.
Il processo gnoseologico non può avvenire, in prima istanza, tramite il confronto di Uno con se stesso, ma necessita, come secondo momento, di un punto di confronto con il quale essere in relazione. L’importanza della dualità nel processo conoscitivo non può però definirne il prodotto (la conoscenza dell’oggetto osservato). Si può infatti riconoscere l’esistenza del “Bianco e Nero”, del “Sopra e Sotto”, del “Caldo e Freddo”, ma queste accezioni fanno riferimento a quel punto esterno che altro non è che l’oggetto che si va conoscendo (e in alcuni casi può corrispondere al soggetto che osserva e che conosce). La dualità, se è rappresentata come una linea, è possibile “vederla”, ma è necessario un sistema ternario per conoscere l’unità cui si riferisce.
Da questa premessa il Delta Sacro, un triangolo che contiene in sé l’Unità, può essere definito sia come la rappresentazione formale del Tre sia come quella sostanziale del Quattro. È allo stesso tempo strumento teoretico di conoscenza, simbolo della Conoscenza e rappresentazione del Conoscibile, cioè quanto rappresentato al suo centro (al di là del simbolo di volta in volta raffigurato, il riferimento è sempre all’Unità divina).
La rappresentazione geometrica del Delta Sacro rivela, in prima istanza, la sua essenza strumentale. In questa accezione il Delta, essendo una Superficie triangolare, fa riferimento al percorso conoscitivo che necessità di forma, di spazio e di tempo per comprendere l’oggetto dell’osservazione.
Ma a una lettura più profonda si può dire che esso sia anche il simbolo del quarto “limite” che Filone d’Alessandria poneva alle cose: il Solido.
Per comprendere ciò bisogna osservare la superficie dall’esterno e carpirne i movimenti. Osservando infatti le Luci del Tempio si può notare l’interdipendenza che sussiste tra Forza, Bellezza e Sapienza. L’una senza le altre due è limitata e fluttuante. Le Luci agiscono e si muovono unite tra loro. La connessione e l’interdipendenza delle tre Luci, attivandosi, e dunque agendo e muovendosi, moltiplicano il sistema ternario (che esse stesse costituiscono), elevandolo a potenza. Il prodotto di questa operazione è il cubo, il solido simbolo della pietra levigata, il limite ultimo che Filone poneva alla conoscenza delle cose.
In sintesi si potrebbe affermare che il Tempio e la Loggia che vi lavora sono nel loro insieme un solido cubico, ovvero Conoscenza di Conoscenza (cioè Conoscenza del cammino dei Fratelli singoli e della Loggia nel suo insieme) e Conoscenza dell’Unità.
Il Delta, in quanto simbolo di tutto ciò, è allo stesso tempo Superficie (Strumento, Tre), Solido (Conoscenza, Quattro) e raffigurazione del Punto (Essenza, Uno). La Linea (Forma, Due), che può essere definita quale prima rappresentazione del Divino, e simbolo del rapporto tra Dio e l’Uomo-Osservatore, è per me in questo contesto la rappresentazione della connessione dei Fratelli tra di loro e di ciascuno in relazione all’Energia del Tempio.
L’Unità (Uno, Punto, G.A.D.U.) è conoscibile al singolo Massone, in relazione con gli altri fratelli (Due, Linea, Loggia), attraverso il sistema conoscitivo triangolare (Tre, Superficie, Luci del Tempio) e tramite il risultato stesso del processo di Conoscenza (Quattro, Solido, Energia della Loggia).
Il Delta Sacro sembrerebbe quindi non essere conoscibile in sé, né in relazione duale con l’Apprendista che lo osserva. Sembra che il processo di Conoscenza debba passare dalla triangolazione delle Luci del Tempio (che di fatto sono la sua emanazione) per poi ritornare, sotto la nuova forma che costituisce il Cubo, all’Unità. Potrebbe sembrare paradossale affermare che attraverso il Solido si può comprendere il Punto, ma in fondo non è quanto siamo chiamati a fare? Non siamo, almeno da apprendisti, chiamati a lavorare sulla materia, al fine di scoprire, e quindi conoscere, la Pietra Cubica? E se il ragionamento di Filone d’Alessandria ha davvero, come per me è stato possibile riconoscere, un significato profondo, non significa quindi che il Delta Sacro è la rappresentazione simbolica sia della mèta che del percorso che, attraverso la Via Iniziatica e il Lavori aggregati di tutti noi, abbiamo intrapreso.
Ho detto.
Sr∴ Lucia Rocco
Oriente di Napoli, 28.10.2016 E∴V∴